14 febbraio 2020
In tanti campi c’è chi basa le scelte sui numeri, freddi e cinici, e c’è chi mette al centro le persone, a partire dai bambini. Noi stiamo con i secondi, senza se e senza ma. Per questo l’appello dei genitori di Quarata in difesa della scuola elementare è del tutto condivisibile.
Arezzo è fatta di un nucleo urbano e di tante frazioni, le quali messe insieme fanno metà della popolazione. Noi vogliamo frazioni vive e quelle vicine tra loro debbono disporre e condividere scuole, strutture sportive, esercizi commerciali basilari, l’ufficio postale, luoghi di aggregazione, collegamenti efficienti con i servizi di trasporto pubblici, occasioni di socialità come iniziative culturali, sagre, incontri ed altri fondamentali presidi che combattano la solitudine e avvicinino le persone. Noi vogliamo che le frazioni siano piccole comunità umane e solidali, non chiuse su se stesse, ma vitali e aperte.
Qui passa una sostanziale differenza con chi ha illuminato il centro e si è dimenticato di tutto il resto, ma anche con chi, negli apparati statali, ragiona su parametri economici e non privilegia quelli umani. C’è bisogno di una svolta radicale: la vita delle persone conta più di tutto il resto, per questo noi siamo e saremo con Quarata e con tutti gli abitanti delle frazioni che non vogliono divisioni tra cittadini di serie a e di serie b. Centro, quartieri periferici, frazioni fanno un Comune e tutti i cittadini hanno pari dignità e necessitano di pari attenzione.
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