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Dalla cultura al sociale Ghinelli vuole replicare un fallimento. Arezzo 2020: basta Fondazioni

15 settembre 2020

Dopo aver imposto e guidato la fallimentare Fondazione cultura, il sindaco uscente Ghinelli manda in scena una replica, proponendo una Fondazione anche per l’ambito delle politiche sociali. Nel giro di un anno la Fondazione cultura ha già dimostrato enormi magagne strutturali e pratiche: assenza di indirizzi e controllo sulle spese da parte del Consiglio comunale, scelte discrezionali che possono prestarsi a privilegiare questo o quello, fallimento del Raro festival della lirica, grave deficit di bilancio di almeno 350 mila euro malgrado le risorse stanziate dal Comune. E ora se ne propone un’altra? No, davvero basta Fondazioni.

Per Arezzo 2020 è assolutamente sbagliato proseguire a svuotare il Comune, replicando un fallimento anche nel campo delle politiche sociali, un settore delicato e decisivo per la vita stessa di tante persone. A questo proposito, da un’amministrazione seria ci si aspetta che: assuma le proprie responsabilità in prima persona; aumenti decisamente le risorse per anziani specie non autosufficienti, minori, disabili ed altre fragilità; investa in politiche reali sulla casa; promuova politiche per l’integrazione; chiami a raccolta tutte le energie del volontariato, delle cooperative sociali e di tutto il terzo settore non come pedine da usare, ma come attori con cui co-determinare le politiche di sostegno, promozione e coesione sociale; realizzi le necessarie connessioni, interne ed esterne all’amministrazione, con altre branche quali l’urbanistica, la casa, la scuola. Specialmente con la sanità c’è bisogno di un forte intreccio e unitarietà per rispondere a quelle situazioni, in forte aumento, nelle quali problemi sanitari e problemi sociali si sommano nelle stesse persone e nelle stesse famiglie. Con la Fondazione, viceversa, gli interventi sociali si separeranno e si marginalizzeranno e la vita delle persone fragili peggiorerà.

Arezzo 2020 per cambiare a sinistra vuole un Comune che metta davvero al centro delle sue politiche le persone e la lotta quotidiana alle disuguaglianze sociali, alle solitudini, alle povertà. Altri scatoloni ambigui, separati, fallimentari non servono alle persone in difficoltà e sono sbagliati. Alle repliche che Ghinelli vuole mandare in scena gli spettatori divengano attori e, da cittadini-elettori, boccino anche questa pessima rappresentazione. E’ ora di cambiare.