22 luglio 2020
Arrivano in Consiglio comunale le Osservazioni alla Variante al Piano Strutturale e al Piano Operativo. La grande quantità di osservazioni presentate dai più svariati soggetti dimostra le forti criticità presenti in questi strumenti adottati dalla Giunta Ghinelli. Con il Piano Strutturale e il Piano Operativo l’attuale Amministrazione avrebbe dovuto disegnare la città del futuro, tenendo conto delle tendenze demografiche, della crisi economica, dei cambiamenti climatici, delle innovazioni tecnologiche, delle nuove esigenze dei cittadini, anche attivando forme di reale partecipazione nella fase preliminare. Forme di partecipazione che avrebbero dovuto vedere coinvolti ordini professionali, organizzazioni sociali, sindacali, di categoria e i cittadini del centro e della periferia della città. Niente di tutto questo è avvenuto.
L’Amministrazione comunale ha proceduto con il torcicollo: guarda all’indietro anziché gettare lo sguardo al futuro di Arezzo. E’ previsto un dimensionamento di nuovo sviluppo edilizio al di là delle effettive esigenze di una città che ormai si è attestata sui centomila abitanti – e per fortuna è stato stralciato l’intervento su Via Cagli. In realtà, Arezzo più che di un’espansione quantitativa ha bisogno di qualità. Quindi: progetti di riqualificazione dell’esistente, sia singolo anche con forme di incentivazione dell’edilizia ecosostenibile, che di spazi collettivi col potenziamento di luoghi di relazione nei luoghi pubblici. E ancora: rigenerazione di parti della città, sia nei quartieri che nelle zone industriali, ricucitura intelligente per plasmare una dimensione urbana ed evitare anacronistiche espansioni, mantenimento della “presenza umana” in quelle aree a confine fra la città urbana e zone a prevalenza agricola, sostegno a plurifunzioni vitali del centro storico, interrelazioni tra parti di città con un forte impulso alla mobilità urbana collettiva e alternativa all’uso delle auto, costante manutenzione. Tutto questo manca.
All’opposto si ritrovano scelte relative a pesanti infrastrutture che, appunto, guardano ad una città del passato, imprimendo il timbro di uno sviluppo obsoleto e dannoso per l’ambiente e la qualità della vita: chiusura dell’anello a Nord, sottoattraversamento di Quarata, aeroporto di Molin Bianco. Scelte di cui i cittadini non sentono la necessità, che da tempo contestano e per le quali vi sono valide alternative apprezzate anche dai settori più innovativi del sistema economico in generale, compreso il settore manifatturiero. Ma queste alternative bisogna volerle e farle crescere nella città e con tutta la sua comunità.
In conclusione, la scelta, che passa anche attraverso questi strumenti urbanistici, è tra un futuro sostenibile e innovativo, ambientalmente e socialmente, cioè in grado di dare vita a nuovi e buoni lavori e, dall’altro, un passato fatto di uno sviluppo irriproducibile. Tra l’altro anche le scelte europee conseguenti alla pandemia non fanno altro che rafforzare e sostenere anche finanziariamente visioni nuove per le città. La Giunta Ghinelli, invece, reitera un passato fuori tempo massimo.