8 luglio 2020
Salvini proprio non ce la fa a non sentirsi padrone di tutto. Le frasi “La Magistratura lasci che il Sindaco continui a fare il proprio lavoro” e “le incursioni della Magistratura non devono incidere” rilasciate ad Arezzo sono gravi. Esprimono una pessima concezione delle istituzioni, dove il politico invade il campo e i compiti propri della Magistratura, chiedendo ad essa di chiudere gli occhi. Ma la Magistratura non è un giocatore politico che fa “incursioni” e, qualora riscontri possibili reati, ha il dovere di intervenire. E’ necessario ricordare che la separazione dei poteri è il caposaldo dello stato di diritto, che la Costituzione affida e garantisce alla magistratura autonomia ed indipendenza “da ogni altro potere”, che i giudici sono “soggetti soltanto alla legge”.
Oltre a ciò, e sarebbe già di per sé sufficiente per pentirsi di aver pronunciato simili parole, le infelici frasi di Salvini lasciano trasparire un evidente timore: la paura che dal vaso di Pandora recentemente scoperchiato ad Arezzo possano venire altre cattive notizie per gli amministratori dello schieramento di cui fa parte. Salvini non può rimettere alcun coperchio sopra quel vaso. Spetterà alla Magistratura svolgere il compito che le spetta, spetterà agli elettori e alle elettrici esprimersi col voto.
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