4 giugno 2020
Il covid 19 lascerà ferite profonde, specialmente nella parte più debole della società. Per questo nella cosiddetta fase 2 servono sia interventi immediati che uno sforzo progettuale che guardi avanti. Dalla Giunta Ghinelli, invece, ad ora si ha conoscenza di limitatissimi interventi e assenza di visione e di impegni a lunga gittata. Peraltro, su entrambi l’Amministrazione ha disatteso l’atto d’indirizzo approvato in Consiglio comunale, nel quale si prevedeva il pieno coinvolgimento sia delle forze economiche, sindacali e sociali che delle opposizioni consiliari.
Per quanto riguarda le azioni immediate, dopo gli annunci pubblici in Consiglio comunale con la promessa di interventi per quattro milioni, a quanto è dato sapere per ora si è fermi a circa la metà. Si tratta essenzialmente di bonus o piccole misure di sollievo, insufficienti, parziali e assai striminzite per famiglie e coesione sociale, una parte delle quali peraltro coperte con risorse che Regione e Stato mettono a disposizione. Alcuni esempi: l’esenzione Cosap (canone occupazione suolo pubblico da parte di pubblici esercizi) è inserita nel decreto Rilancio del Governo con il quale si prevedono per gli enti locali alcuni miliardi di euro attraverso varie “voci di ristoro”, mentre le risorse destinate al sostegno agli affitti e alle attività estive per ragazzi sono insufficienti e si avvalgono soprattutto di contributi della Regione, dalla quale è previsto anche un consistente sostegno per miglioramenti nella edilizia popolare. Da segnalare anche che la Giunta non ha previsto variazioni nel trasferimento di risorse per la spesa corrente alla Fondazione cultura, malgrado il blocco di attività causato dalla pandemia nel primo semestre.
Pertanto a noi pare necessaria una revisione complessiva del bilancio, al fine di recuperare risorse interne da affiancare a quelle nazionali che ci auguriamo vengano irrobustite insieme ad una revisione ed una flessibilizzazione dei vincoli finanziari, come chiesto dall’associazione dei comuni Anci.
Per quanto concerne il dopo domani, la situazione purtroppo non migliora. Se si cercano risposte dell’Amministrazione comunale che vadano un pò più in là del presente, il buio è assoluto.
Tutti ormai convengono che la pandemia costringe a cambiare visione e a progettare il futuro. Per questo c’è bisogno assoluto di politiche diverse. Per far fronte all’aumento delle diseguaglianze e a forme di vera e propria povertà, servono nuove e più forti politiche sociali, di concerto con tanti soggetti sociali nella progettazione e nell’azione, con investimenti e riorganizzazione dei servizi. L’ambiente, anche in virtù di un new green deal per il quale si determineranno fondi europei, dovrà diventare un volano di sviluppo e lavoro in tanti settori innovativi, di nuovi stili di vita e abitudini, compreso un nuovo piano della mobilità giacché non serve il corto respiro dei parcheggi gratuiti. Il settore del turismo, aggredito dalla pandemia, dovrà essere rivisitato e anche cambiato, con meno eventi di massa e più turismo continuativo e dolce in associazione con tutto il territorio circostante. Anche la visione della città dovrà cambiare: Arezzo non finisce ai Bastioni di S.Spirito. Il centro storico è un luogo di vita e di lavoro, abitato e vissuto, non può essere concepito come mero divertimentificio consumistico, così come i tanti quartieri e le frazioni non possono essere considerate zone di serie B.
Su tutto ciò, passate le telecronache del virus, il silenzio dell’Amministrazione è assordante. Arezzo si merita di più.